Suite Francese: il romanzo di un romanzo.

Suite Francese: il romanzo di un romanzo.

E’ arrivato nelle sale il film Suite Francese, tratto dall’omonimo romanzo di Irene Nemirovsky. Lo aspettavo con un po’ di tremore perché ho amato moltissimo quel romanzo come tutto ciò che ha scritto la sua autrice, e di solito le trasposizioni cinematografiche non rendono giustizia all’opera letteraria. Ma la storia di Suite Francese  è essa stessa un romanzo, che merita di essere raccontato.

irene

Lei, ebrea francese di facoltosa famiglia, con un marito banchiere dal cognome inequivocabile, Epstein. Due figlie. Irene dal ’29 al ’40 scrive e pubblica con successo racconti e romanzi, a volte sotto pseudonimo quando le leggi razziali iniziano a farsi più restrittive. Opere straordinarie e nuove, come l’ultima, che nel suo intento doveva essere strutturata in cinque parti come i movimenti di una sinfonia, ma che dovette essere interrotta nel tentativo di sottrarsi alla caccia dei nazisti che avevano occupato la Francia. Ha scritto fino al giorno prima di essere arrestata e mandata ad Auschvitz dove muore nelle camere a gas dopo pochi giorni. Stessa sorte tocca al marito dopo poche settimane, ma il caso e forse il buon cuore di un ufficiale tedesco consentono la salvezza alle due figlie di tredici e cinque anni, affidate ad una governante che le nasconde spostandosi per tutta la Francia. Il padre aveva affidato alla figlia maggiore, Denise, una valigia contenente le carte e i quaderni della madre, compreso quello su cui Irene aveva scritto fino all’ultimo giorno prima dell’arresto.  Denise pensava fosse il diario, e non ebbe mai il coraggio di leggerlo.  Passano gli anni, fino a che la più piccola non decide di scrivere una biografia della madre, e allora Denise ritiene sia arrivato il momento di recuperare quel diario che potrebbe contenere qualcosa di utile.  Così racconta: “Lo feci, solo quando i miei figli furono abbastanza grandi da reggere la vista di una madre che affrontava il suo dolore più grande”.

La scrittura della madre è fitta e minuscola, questo per risparmiare spazio, carta e inchiostro scarseggiavano, e Denise deve utilizzare una lente d’ingrandimento per riuscire a leggere .  diario irene

Piano piano trascrive a mano il contenuto del quaderno. Due anni dedica a questo lavoro, interrompendosi spesso per l’emozione, finchè si rende conto che si tratta delle prime due parti dell’ultimo romanzo scritto dalla madre, Temporale di giugno e Dolce: un racconto in presa diretta dell’occupazione nazista della Francia, con tutto il suo carico di ambiguità e contraddizioni, di luci e ombre che affollano l’esodo biblico degli sfollati in fuga attraverso il paese, in cerca della salvezza. Irene Nemirovsky scriveva due giorni prima di essere arrestata tra gli appunti scritti a margine dei suoi scritti: “La cosa più importante, qui, e la più interessante è che gli eventi storici, rivoluzionari, ecc. sono appena sfiorati, mentre viene investigata la vita quotidiana, affettiva, e soprattutto la commedia che questa mette in scena”. E’ il 2000, e il romanzo viene pubblicato nel 2004 riscuotendo un successo immenso. Così la stessa Denise racconta in una intervista:

“Il fatto stesso di aver deciso prima di leggere e poi di pubblicare Suite francese, mi ha fatto pensare che forse io ero sopravvissuta e addirittura diventata vecchia proprio per questo: per far conoscere le parole di mia madre, perché tutti leggessero quanto lei aveva scritto in quel momento terribile. Non ho ritrovato mia madre, ma credo di poter dire che ho ritrovato la sua epoca, tutte le persone che le stavano intorno. Forse il suo romanzo non mi dice nulla di lei che non avessi già conosciuto da bambina, ma certo mi racconta della sua voglia di vivere ad ogni costo, malgrado il momento terribile in cui lei stava scrivendo quelle pagine… della sua incredibile passione per la scrittura, al punto di non preoccuparsi di quanto le stava per accadere, e di cui era però pienamente cosciente, per portare a termine il suo romanzo” .

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La seconda parte di questo post dopo che avrò visto il film.