Single, frivole, pronte a tutto.

Single, frivole, pronte a tutto.

“Si potrebbe riassumere così : il cane di Maya stava morendo, e lei aveva intenzione di lasciare il ragazzo con cui stava da cinque anni. Tutto sommato, era più dispiaciuta per il cane”.

Inizia così il racconto Single, frivole, pronte a tutto, che dà il titolo alla raccolta di racconti di Katherine Heiny, esordiente americana pubblicata da Einaudi Stile Libero, con una bella traduzione di Stefania Bertola. Non la conoscevo e non avevo letto alcuna recensione del libro, l’ho comprato dopo aver sfogliato qualche pagina in libreria perchè mi piaceva il tono e perchè sono sempre curiosa nei confronti delle giovani scrittrici (anche se spesso rimango delusa), e poi volevo qualcosa di leggero a portata di mano in un periodo in cui sono immersa per “necessità”in una lettura complessa e angosciante ( ve ne parlerò quando l’avrò terminata). heyne

E’ stata una sorpresa più che piacevole, perché nei racconti prendono vita donne un po’ scombinate e piene di problemi e contraddizioni, ma autentiche, non tutte single, alcune molto coniugate, altre con amanti e/o fidanzati, per niente frivole ma capaci di prendere la vita con disincanto, pronte a tutto non direi proprio, almeno non nel modo che lascerebbe supporre il titolo. Allora ho guardato come suona in originale: Single, carefree, mellow. Controllate il vocabolario, e vedrete che non è esattamente lo stesso significato. Succede spesso, lo sappiamo, ma se per i film il richiamo accattivante destinato a platee di milioni di spettatori potenziali può avere una sua logica, penso invece che i libri vadano trattati con cura e rispetto. Detto questo, ecco qualche anticipazione sul libro, sperando di mettervi la curiosità di leggerlo.  I racconti sono undici ma le protagoniste sono di più, perché in ogni racconto si intrecciano relazioni, amicizie, rivalità femminili, rispecchiamenti e prese di distanza. Si sorride molto, si tirano sospiri di sollievo quando lei prende la decisione giusta, si solidarizza. E si riflette. Perché almeno una volta nella vita ci si è trovate anche per un momento in una situazione simile,  se non proprio noi di sicuro una nostra amica. Non ci sono happy end nel senso classico del termine, ma conclusioni un po’ sconclusionate, ricerca della felicità, almeno un pezzetto, ma non ad ogni costo. Circola un po’ di malinconia, che a volte basta un abbraccio con il lui del momento, giusto o sbagliato che sia, o una bella bevuta insieme a un’amica, a dissipare.  Circola anche molta autoironia, e realistico e sano disincanto. Un altro assaggio dal racconto “Salsa ai mirtilli”: siamo nel momento in cui Josie capisce che la sua storia clandestina con Billy, conosciuto con un “mi piace” su Facebook, sta per finire, e non perché lui le ha annunciato di aver conosciuto un’altra, su Twitter.

“ A un certo punto tra la seconda e la terza tazza di caffè, Billy si sporge sul tavolino e le prende la mano. Il fatto strano, – anzi, abbastanza scioccante – è che Josie, in quel momento, sta pensando a cosa preparare per cena. Per mesi e mesi Josie ha pensato a Billy invece di chiedersi cosa fare per cena, o se aveva lasciato il forno acceso, e adesso che è con Billy , tutto quello che riesce a pensare è se ieri non ha per caso usato l’ultima cipolla ( e sì, era quasi sicura di sì)”. Insomma, una bella prova per una esordiente! Ve lo consiglio, non ve ne pentirete. E fatemi sapere cosa ne pensate.