Prede

Prede

Avevo raccontato qui un anno e mezzo fa del libro di esordio della scrittrice canadese Gabrielle Filteau-Chiba, Nella tana, pubblicato dalla casa editrice Lindau. e come mi capita sovente quando un libro mi entusiasma ne avevo scritto per LetterateMagazine. Si trattava di una storia ispirata alla biografia della scrittrice, che ad un certo punto decide di lasciare la città di Montreal dove lavorava come traduttrice, per vivere in mezzo alla foresta, sulle rive del fiume San Lorenzo nella zona di Kamouraska, in una casa alimentata da poca energia solare e in condizioni ambientali estreme. Da quell’esperienza aveva tratto per se stessa la definizione di “femminismo rurale”: condizione di vita senza connotazioni romantiche, ma segnata dal contatto con una natura minacciata anche là, in un mondo in apparenza immutabile e incontaminato ma messo a rischio dall’estrazione del petrolio. Potete leggerlo qui sotto.

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Ho ritrovato inaspettatamente la scrittrice e quel mondo, dove lei vive ancora, nel suo secondo romanzo, che si intitola Prede. Qui la protagonista è un’agente di protezione faunistica che vive in una roulotte in mezzo alla foresta, e il suo compito è vigilare sugli animali e cercare di contrastare la pratica assai diffusa e tollerata del bracconaggio. Si può cacciare, ma secondo regole precise sugli abbattimenti controllati, che ben pochi rispettano. E lei è una giovane donna, facile preda, come il suo coyote che finisce in una trappola destinata ad altri animali. Un mondo duro, a cui è quasi impossibile tenere testa. La storia procede con connotazioni noir, che ci mettono ansia. Riuscirà a cavarsela? E come? E qui arriva l’invenzione letteraria geniale: in una lavanderia del paese più vicino entra in possesso per errore di un quaderno, una sorta di diario scritto da una donna che vive da quelle parti, sola come lei, in una capanna nella foresta sulle rive del fiume San Lorenzo…Proprio lei, la protagonista del romanzo precedente. Decide di cercarla, e insieme studieranno un piano che ha il sapore dolce della vendetta. Ecco, se volete soddisfare la vostra curiosità non vi resta che comprare il libro. Ovviamente Gabrielle Fitou-Chiba non è mia amica, anche se mi piacerebbe molto andare a trovarla. L’ho vista in una video intervista, è molto bella e simpatica, e non vive più da sola perché nel frattempo si è sposata con un giornalista che è andato fin là per intervistarla. Ma questa è un’altra storia. Ah, dimenticavo: mi entusiasmano le vendette a firma e per mano femminile!