Nel centro storico di L’Aquila

Nel centro storico di L’Aquila

Ieri a L’Aquila la presentazione del mio romanzo è stata davvero emozionante! L’angoscia, che mi prende ogni volta che entro nel perimetro del centro storico deserto e in rovina, è stata presto mitigata dal calore con cui sono stata accolta nel primo e fin’ora unico spazio pubblico restituito alla collettività: il Palazzetto dei Nobili, centro geografico, è collocato infatti nel centro esatto della città all’interno della cinta muraria, ed è sempre stato il centro della vita sociale e culturale. Fino al 2009 vi si tenevano quotidianamente iniziative di ogni tipo, poi il buio e il silenzio e la polvere delle macerie. Solo da pochi mesi è tornato all’antico splendore grazie all’accurato restauro operato dalla sovrintendenza, con un finanziamento di un milione di euro raccolti dalla Camera dei deputati e dai suoi dipendenti. Purtroppo l’unico segnale di vita in mezzo a tanta desolazione, una piccola isola in un mare di distruzione, con la cupola della vicina chiesa che incombe sventrata sulla piazza Santa Margherita.

cupola

Dentro gli affreschi e gli stucchi della sala bellissima risplendevano come un tempo, e lì mi aspettavano tante amiche e amici.E’ stata una lunga e appassionata chiacchierata con il pubblico, uno scambio vero di emozioni e pensieri profondi. Il personaggio di Bianca è stato come sempre al centro della scena, con le sue ossessioni e le ombre che l’assediano e che però l’hanno anche protetta: perché la memoria non è solo quello che cerca di ricordare ma anche quello che non riesce a dimenticare. Da alcuni interventi è venuta la proposta di rivederci per parlare ancora di lei, dopo aver letto il libro. Così tornerò ancora a L’Aquila… Poi, prima di ripartire una sosta a Ju Boss, l’unico locale del centro che ha riaperto quasi subito dopo il terremoto, per non interrompere la sua fama meritata di luogo storico di ritrovo degli aquilani: una bottiglia di vino rosso accompagnata dalla mitica pizza bianca ripiena di prosciutto e formaggio, e via nella notte, verso la Piana di Navelli tutta fiorita di mandorli, giù per le svolte della strada che scende verso la costa.