L’ho sposato, lettore mio.

L’ho sposato, lettore mio.

In occasione del duecentesimo compleanno di Charlotte Bronte una raccolta di racconti ispirati alla celebre frase pronunciata da una delle personagge più famose della letteratura di tutti i tempi, Jane Eyre. La raccolta è stata ideata e curata dalla scrittrice Tracy Chevalier.

Su Letterate Magazine, il periodico on line della Società Italiana delle Letterate, una mia recensione del libro. Potete leggerla anche qui sotto.

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In occasione della ricorrenza del duecentesimo compleanno di Charlotte Bronte, la scrittrice Tracy Chevalier ha chiesto alle migliori autrici di lingua inglese di scrivere un racconto ispirato alla celebre battuta che apre il capitolo conclusivo del romanzo Jane Eyre. Quella semplice frase arriva alla fine di un percorso travagliato durante il quale la giovane Jane da orfana derelitta e abbandonata diventa una donna in grado di prendere nelle mani il proprio destino e di determinarlo. E non si tratta di una semplice sfumatura linguistica, ci dice Tracy Chevalier, ma di un espediente con cui Charlotte Bronte rimarca l’avvenuto capovolgimento della consapevolezza di sé della sua eroina. Il tempo e la condizione sociale delle donne nella maschilista società vittoriana avrebbero dovuto far pronunciare a Jane Eyre un “Mi ha sposata”, o al massimo “Ci siamo sposati”; ma la scrittrice, allora trentenne, aveva dato vita a un’ autentica personaggia, capace di opporsi ai desideri di Mr. Rochester e rinunciare al sogno d’amore. Una giovane ragazza in grado di pronunciare un’altra frase celebre: “ Non sono un uccello, e nessuna rete potrà intrappolarmi, sono un essere umano libero con una mia volontà”. Senza alcun dubbio una personaggia del tutto nuova nel panorama della letteratura e della vita materiale delle donne del suo tempo. L’intento di Tracy Chevalier però non è solo quello di celebrare il genio di Charlotte Bronte ma anche di rivisitare quella semplice frase a partire dalle suggestioni che è ancora oggi capace di suscitare, e il risultato è davvero interessante. Le ventuno scrittrici hanno inventato storie molto diverse tra loro: qualcuna si è allontanata da Jane Eyre utilizzando il romanzo come pretesto, altre hanno collocato i racconti nel nostro presente; altre invece hanno scavato dentro la storia che ben conosciamo attraverso punti di vista imprevisti, come quello di Grace Pool, la “carceriera” di Bertha, o dello stesso Mr Rochester , nel racconto di Salley Vickers “Lei mi ha sposato, lettore mio”, che propone un singolare ribaltamento dei ruoli.

D’altronde non è la prima volta che il romanzo Jane Eyre diventa pretesto e punto di avvio e di incontro per nuove storie.

Penso a “Il grande mare dei sargassi”, di Jean Rhys, la cui protagonista altri non è che Bertha e il racconto della sua tragica vicenda. In questo romanzo infatti il giovane e spregiudicato Rochester la sposa in Giamaica per puro calcolo economico, e il suo disamore la conduce alla follia culminata con lo sradicamento dalla sua terra piena di colori e di luce; alla fine la ritroviamo rinchiusa nel tetro castello inglese, in cui si aggira di notte e provoca il fatale incendio raccontato da Charlotte Bronte. Di recente poi ho scoperto il romanzo Il Caso Jane Eyre di Jasper Fforde. Lo scrittore inglese ha inventato una fantastica storia ambientata in uno spazio/tempo in cui i crimini più gravi sono quelli letterari e dove è possibile entrare ed uscire dai romanzi; la sua eroina è una detective specializzata nella soluzione di questo genere di misfatti, e si trova a dover risolvere il caso della sparizione del manoscritto originale del romanzo di Bronte e del rapimento di Jane Eyre da parte di un losco soggetto che traffica in furti letterari. La trama è troppo complicata (e anche esilarante) per poterla riassumere in poche righe, ma vi basterà sapere che nel manoscritto originale la storia si concludeva con la partenza per le Indie di Jane insieme al non amato cugino, ma, grazie all’intervento della detective, Jane non solo verrà liberata ma anche convinta a ripensarci e a tornare da Rochester, stavolta dettando le condizioni e arrivando al decisivo finale “L’ho sposato, lettore mio”.

 

L’ho sposato, lettore mio. Sulle tracce di Charlotte Bronte, a cura di Tracy Chevalier. Neri Pozza, 2016. pagine 300, euro 18.