Letture e riletture. Prima puntata

Letture e riletture. Prima puntata

Nel mese di dicembre, allentati gli impegni con le presentazioni della Notte dei bambini, e in una fase di sedimentazione di una nuova storia che non ha ancora trovato la strada della voce e la sto ascoltando ancora un po’ in sordina,  mi sono immersa in una modalità di lettura vorace, come non mi capitava da tempo, di più libri in contemporanea, perché non tutti si adattano a qualsiasi ora: ci sono libri adatti alle prime ore del mattino, altri al pomeriggio avanzato, altri alla sera prima di dormire. Quelli che necessitano di una matita a portata di mano, altri di segnalibri. Ho letto libri appena usciti, altri già letti e che mi tornavo in mente in una specie di catena di sant’antonio, di quelle che ti portano in giro da una suggestione all’altra, dal ricordo di una frase, da un “ma dove l’ho letta” al mettersi a spigolare su quello scaffale della libreria, proprio quello (e in queste occasioni ho rimesso un po’ d’ordine eliminando finalmente la gran parte delle seconde file, anche grazie a oculate donazioni). Libri di scrittrici che amo, o che non conoscevo ancora, e anche libri acquistati per curiosità e messi da parte in attesa di avere il tempo giusto a disposizione. Uno di questi è Il sussurro del mondo di Richard Powers, vincitore di un Pulitzer nel 2019 e di molti altri premi, ma non era questo il motivo per cui l’avevo acquistato. E’ che spesso sono i libri che ti vengono a cercare, e da un semplice risvolto di copertina sei sicura che ti conquisterà, anzi, ti ha già conquistata. E’ un libro che racconta di alberi e di otto umani le cui vite si intrecciano tra loro e con quelle degli alberi per arrivare finalmente a convergere nel corso del tempo, a ritrovarsi e a perdersi lungo le immense distese dell’America e delle 650 pagine del romanzo. “Un romanzo dalla costruzione geniale, un inno d’amore al potere delle storie e alla grandiosità della natura…”, diceva il risvolto di copertina. Leggetelo, senza farvi spaventare dal numero delle pagine. E’ un libro meraviglioso.

sussurro

Ascoltando “Ad alta voce”, mitica lettura ad alta voce di Fahrenheit, mi sono imbattuta in una frase che mi ha fatto riconoscere immediatamente il libro, letto forse 30 anni fa: Flush, biografia di un cane. Di Virginia Woolf. Credo sia uscita una nuova traduzione perché ora si intitola Flush, una biografia. Sostanzialmente lo avevo dimenticato, e sono andata subito a rileggerlo. Solo il genio di V.W poteva immaginare di scrivere la biografia del Cocker Spaniel di Elizabeth Barrett Browning, e insieme quello della poetessa. I due si somigliano, un po’, come testimonia il ritratto che si può ammirare alla National Gallery di Londra. E le loro vite si intrecciano e si sostengono, ma nel libro c’è molto molto di più: ci sono Londra, quella ricca e quella miserabile, le convenzioni del tempo, l’amore tra Elizabeth e il poeta Robert Browning e la loro fuga a Firenze; ma soprattutto c’è la mirabile ironica intelligenza della nostra amata e unica Virginia. Ve lo consiglio caldamente, trascorrerete ore di puro godimento. Alla prossima puntata.