Le belle canzoni non mentono

Le belle canzoni non mentono

Annamaria Crispino, direttora di Leggendaria, ha scritto per il numero 101 della rivista una recensione del romanzo Una Furtiva Lacrima.  Eccola qui di seguito.

Un piccolo paese affacciato sul mare ligure, una casa antica dove ormai si usano solo le stanze del pian terreno, un giardino che avrebbe bisogno di cure: questo lo scenario della vita di Bianca, vecchia indomita e ribelle alle angherie della sua badante, la testa leggera con la memoria che va e viene e un grande amore: la sua gatta.

Con Una furtiva lacrima Maristella Lippolis, a 5 anni dal bellissimo Adele né bella né brutta (Piemme, 2008), ci propone un altro personaggio femminile davvero stra-ordinario. Perché Bianca ha ottant’anni, ma la vita le pulsa nelle vene potente anche nei momenti peggiori. La figlia Irene, di cui a volte non ricorda neanche il nome e il lavoro che fa, l’ha affidata a una badante, Antonia, che non la tratta bene. E Bianca le fa i dispetti fino a costringerla ad andarsene. La memoria si fa labile, ma lei ostinatamente scrive su un quaderno le cose che ha fatto e quelle che non vuole dimenticare.

Scrive delle angherie di Antonia, del dolore per la scomparsa della gatta, di sua sorella Olga di cui non ricorda più perché è andata via. Vorrebbe ricordare – o forse invece preferirebbe dimenticare – ma sarà solo quando, cacciata la badante, sarà costretta a uscire di casa, rientrando nel mondo, che il suo passato si ricomporrà in tessere di un mosaico altrimenti illeggibile. Magnifiche le pagine in cui, finalmente sola, attraversa prima il giardino, poi il cancello, poi la strada mentre il suo passo ritrova a sprazzi la memoria del percorso verso i negozi del paese. Qui incontra Ernesto, l’uomo che, dopo la morte del marito, le aveva chiesto di sposarlo. Ma lei sembra non riconoscerlo. Ernesto però – bella, rara figura di uomo in un romanzo che racconta essenzialmente di relazioni tra donne – d’ora in poi la tiene agganciata alla realtà, l’accudisce con discrezione, la fa sorridere, le procura la musica che tanto amava, come quella romanza “Una furtiva lacrima” che Bianca a volte si ritrova a canticchiare. I piani del racconto si intrecciano con maestria nella scrittura di Maristella Lippolis: ci sono le pagine del diario di Bianca, il racconto in terza persona della narratrice, alcune “scene” che sono come inserti cinematografici che fissano un momento chiave della storia come leggere architravi dell’impalcatura narrativa. Così come si intrecciano fatti reali, fantasie e sogni per ricostruire una vita intensa: Bianca e sua sorella Olga bambine orfane e sempre insieme, gli affari della merceria che mettono in piedi, l’amore per lo stesso uomo, che diventa marito di Bianca ma una notte viene misteriosamente ucciso. Olga che sparisce. Bianca che rifiuta di risposarsi con Ernesto e si dedica alla figlia, si “sacrifica” per lei, che però se ne va appena può perché non sopporta la madre e i “misteri” della sua vita. Irene, tra un impegno di lavoro e un altro, finalmente arriva, si dispera, riorganizza la vita della madre e riparte. Ma la chiave di volta è l’ingresso in scena di un’altra donna, la giovane Caterina, che completa la triade generazionale facendosi “figlia-madre” di Bianca. Anche Caterina ha una storia difficile alle spalle, ma alla fine quella casa, quel giardino, quella vecchia donna smemorata saranno il suo rifugio, la sua salvezza. Reciproca scelta d’elezione, che salva anche quella madre e quella figlia dal baratro di incomprensione che sembrava separarle. E la potenza della vita, che sembrava ormai sfuggente e labile, si annuncia, in modi diversi, per tutte e tre le donne.

Anna Maria Crispino