Anniversario

Anniversario

Oggi è l’anniversario, quattordici anni fa, 27 giugno. Il mese della nostra nascita, il giorno più nominato della tua vita, quello in cui arrivava lo stipendio e si poteva fare tutto quello o quasi che era stato rimandato. E mi piace ricordarti così, con questa foto dove tu sfoderi un incerto sorriso e io mi sentivo ancora fiera di aver ritrovato per te l’accesso alla Casa con il giardino. Non sapevo ancora che non sarebbe servito, che era già troppo tardi. Che il tempo per te stava scivolando nella nebbia indistinta della dimenticanza. Dei tanti rimpianti che mi porto dentro c’è anche questo, di non averla ritrovata in tempo quella casa, di essere arrivata tardi. Di non aver riso insieme battendo le mani in mezzo a quegli orti sonnolenti, individuando l’albero del fico, il pozzo, proprio qui vicino, guarda!  Ci sono ancora i cespugli di margherite lungo il vialetto. E se qualcuno si fosse affacciato per vedere chi facesse chiasso in quell’ora di primo pomeriggio io avrei risposto “ci scusi, questa era la casa della giovinezza di mia mamma. L’abbiamo ritrovata!”.

La foto risale a una quindicina di anni fa. Durante uno dei miei ritorni estivi ti avevo accompagnata a rivedere alcuni luoghi della tua giovinezza a cui eri molto legata. Escursioni nell’entroterra: Triora, Verdeggia, Diano Castello, e poi Porto Maurizio, la città dove eri nata e avevi vissuto fino al tuo matrimonio da dopoguerra. Qui in particolare volevi rivedere “la casa con il giardino”, la mitica casa che avevo conosciuto anch’io e di cui conservavo ricordi molto precisi. Ormai solo io e te eravamo rimaste a custodire quel ricordo. Arrivate sul posto io riscoprivo ogni angolo con sicurezza, ma tu no. La malattia aveva già cominciato ad offuscare la tua memoria e non me ne ero resa conto ancora. Muovendomi tra vicoli e cancellate ero riuscita a portarti fino alla recinzione da cui il giardino si vedeva bene, con gli alberi e il pozzo, e la scala che conduceva in casa. Ero molto felice di averlo ritrovato, per me e per te, ma tu all’improvviso sembravi indifferente, come se quella ricerca avesse esaurito ogni energia. Come se fosse importante solo per me.

Come se fosse davvero troppo tardi.

Pochi metri più avanti, sulla piazza della Marina, la chiesa dell’Ave Maris Stella dove ti eri sposata e a cui devo il mio nome, era chiusa. Ho chiesto a un passante di scattarci una foto, questa. Tu hai tirato fuori un incerto sorriso. Ora questa cancellata chiusa mi sembra un presagio di quello che sarebbe accaduto: in pochi anni la gran parte dei tuoi ricordi è scivolata via, anche quelli dolorosi, e ti questo ho sempre provato una specie di gratitudine. Dieci anni fa, all’alba del 27 giugno, te ne sei andata in silenzio. Giugno, il nostro mese di nascita. Nel giardino della casa della Marina ho ambientato il mio romanzo Una Furtiva Lacrima, una storia del tutto inventata, ma che ti riguarda molto da vicino, mamma.