Quei giorni veri
In una sera d’autunno del 1942 una donna contempla la conca di Cortina dall’alto del balcone di casa. E’ un’insegnante di scienze naturali e istruttrice di sci, ama la montagna e l’ha scelta per viverci. Ma per la prima volta sente che tutto ciò non le basta più, e così le tornano in mente le parole della madre: “ Ti accorgerai un giorno che non c’è solo la natura…che c’è la gente…”. Su quel balcone, avvolta nella coperta sotto il cielo stellato, la giovane medita su di sé e su quanto sta accadendo, e decide di entrare nella Resistenza. Si apre così, con questa scena intensa del prologo, I giorni veri di Giovanna Zangrandi (pseudonimo di Alma Bevilacqua), pubblicato per la prima volta nel 1963 da Mondadori e ristampato oggi da Isbn con una bella postfazione di Marina Zancan. Si tratta di un Diario della Resistenza, scritto utilizzando i foglietti di appunti che la donna, diventata una preziosa staffetta, aveva stilato quando viveva nascosta in montagna e seppellito in una buca sotto le rocce. Terminata la guerra Giovanna Zangrandi si era dedicata alla scrittura narrativa e al giornalismo, pubblicando articoli, racconti e romanzi. Molte volte il tema della Resistenza era ritornato nei suo lavori, ma alla fine aveva capito che quella forma e quelle parole erano insufficienti: “Oggi ritengo che si deva coraggiosamente e rigorosamente rivelare quelli che furono i giorni veri di un periodo storico…ma anche i giorni veri dell’intimo di molti di noi”, aveva scritto all’editore. E per fare ciò sceglie forma e parole il più possibile dirette, quelle della vita vissuta. Ma si tratta di un diario di guerra singolare, che mescola le riflessioni sul presente e sul futuro con la quotidianità, in cui tutto si tiene: il cibo che nutre e conforta, il corpo con la sua fragilità e forza, le azioni militari, il sangue, la fame delle donne e dei bambini. Anna è testimone sia del mondo degli uomini che di quello delle donne, sa smontare e oliare un mitra così come è capace di cucire in poche ore un corredino da neonato per la vicina di casa che ha le doglie, prima di buttarsi alla macchia. Sono molte le donne di cui racconta, e svolgono ruoli da protagoniste nelle cucine e nelle cascine, dove sfamano e rivestono prigionieri, e pedalano per chilometri sotto la neve tra insidie di ogni genere, rendendo possibile quella trama quotidiana di azioni che fu la Resistenza. Il racconto delle peripezie affrontate da Anna, i precari rifugi tra le rocce, sempre più in alto per sottrarsi al mandato di cattura emesso nei suoi confronti, hanno in certi momenti l’andamento drammatico di un romanzo di avventure, ma è la vita. Sono i giorni veri.
Leggendaria, n. 96 I giorni veri, Giovanna Zangrandi, ISBN 2012