Laudomia Bonanni: signora della scrittura, donna di domani
Ho già scritto su questo blog alcuni post su Laudomia Bonanni, in preparazione della giornata che la Sil le ha dedicato a L’Aquila, sua città natale e dove ha vissuto metà della vita. Negli ultimi mesi la maggior parte del tempo che ho dedicato al Direttivo della Sil, di cui faccio parte, è stato speso nella preparazione di questo evento. Andando avanti nella lettura e nell’approfondimento dei suoi romanzi e della sua scrittura mi sono appassionata sempre di più, con rammarico e stupore per la “dimenticanza” che ha subito; uguale sorte è capitata a tante altre scrittrici di questo nostro ‘900 letterario, ma nei suoi confronti ha pesato un ostracismo dovuto alle tematiche affrontate nei suoi romanzi, alle sue personagge, così anticonformiste e forti, già pienamente dentro le tematiche del femminismo. Oggi qualcosa sta cambiando e sono in scena nuovi lavori di giovani studiose, ristampe da parte di agguerrite case editrici indipendenti che lasciano ben sperare in una ripresa di attenzione. Qui di seguito i miei pensieri sulla giornata dell’11 settembre, e nel link al sito della SIL quelli delle altre componenti del Direttivo.
C’erano stati segnali che il nostro incontro, preparato con tanta cura, sarebbe stato un successo: uno per tutti, il fatto che già dieci giorni prima avevamo raggiunto la quota di sessanta prenotazioni, il massimo consentito dalle norme sul distanziamento, e che ben prima dell’orario di inizio i posti erano già quasi tutti occupati. Chi vuole ripercorre tutta la mattinata può vedere e ascoltare il video qui e sul canale YouTube, anche se l’audio non è dei migliori, a causa di problemi di connessione della rete dell’Università che ci ha ospitate. Ma la connessione dei cuori funzionava benissimo, ed era emozionante: battevano all’unisono, e mettevano in circolo emozione, stupore tra chi non conosceva la potenza della scrittura di Bonanni e la scopriva dalle tante voci che la raccontavano e le restituivano il posto che merita nel panorama delle grandi scrittrici del ‘900, capace di interloquire con noi anche oggi. Lei, orgogliosamente certa di essere una “donna di domani”, così vicina alle problematiche che le sue contemporanee vivevano, così capace di svelarne le trappole e proprio per questo guardata con sospetto nonostante i successi dei primi anni che avevano svelato il talento di quella sconosciuta scrittrice aquilana. Per me l’emozione più grande è stata il passaggio di testimone tra noi, esperte dell’Oltrecanone, e giovani generazioni di studiose, scrittrici, editori e appassionate lettrici, nel segno di una genealogia che sta già mostrando i suoi frutti preziosi. E questo per me rappresenta moltissimo, qualcosa che mi ha commosso fino alle lacrime. Durante la passeggiata letteraria del pomeriggio attraverso i luoghi da lei vissuti e rielaborati in scrittura, tra i molti momenti suggestivi la sosta davanti alla sua abitazione, dalle cui finestre osservava il Casamento, con il suo brulicare di vite, dove immaginava si svolgesse la vicenda raccontata nel romanzo L’Imputata. Il sapiente restauro post sisma ne ha conservati intatti gli elementi architettonici che descrive con tanta cura, fino a farli diventare anch’essi protagonisti della storia.