Prede, di Gabrielle Filteau-Chiba. Una storia di salvezze
Prede è il secondo romanzo della scrittrice canadese, una giovane donna che si è ritirata a vivere in una foresta del Quèbec, sulle rive del fiume Kamouraska, in una piccola casa alimentata a energia solare, quella Tana che ha dato il titolo al primo romanzo e che l’ha fatta conoscere. Qui la protagonista è una personaggia di fantasia, un’agente di protezione faunistica che vive in una roulotte in mezzo alla foresta, con il compito di vigilare sugli animali e cercare di contrastare la pratica assai diffusa e tollerata del bracconaggio. Si può cacciare, ma secondo regole precise sugli abbattimenti controllati, che ben pochi rispettano. E lei è una giovane donna, facile preda, come il suo coyote che finisce in una trappola destinata ad altri animali. Un mondo duro, a cui è quasi impossibile tenere testa. La storia procede con connotazioni noir, che ci mettono ansia. Riuscirà a cavarsela? E come? E qui arriva l’invenzione letteraria geniale: in una lavanderia del paese più vicino entra in possesso per errore di un quaderno, una sorta di diario scritto da una donna che vive da quelle parti, sola come lei, in una capanna nella foresta sulle rive del fiume San Lorenzo…Proprio lei, la protagonista del romanzo precedente. Decide di cercarla, e insieme studieranno un piano che ha il sapore dolce della vendetta, ma che servirà a risparmiare la vita di tanti animali innocenti e forse anche quella della coraggiosa guardiaboschi entrata nel mirino del bracconiere che non ha esitato a farglielo sapere. Un cacciatore che diventa preda…Intreccio perfetto tra vendetta, giustizia, salvezze.