Anna Banti e Alba De Cespedes
Il coraggio delle donne, di Anna Banti è stata la prima lettura di una scrittrice che conoscevo solo di nome. Ricordo l’emozione profonda provata, il sommovimento interiore, la difficoltà a trovare le parole per raccontare quelle emozioni. Negli anni sono state pubblicate diverse edizioni, io possiedo ancora l’edizione La Tartaruga che contiene alcuni racconti usciti in due differenti raccolte, Il coraggio delle donne nel 1940 e Le donne muoiono nel 1952, che vinse il Premio Viareggio. Oggi si trovano in rete molte edizioni e anche un podcast. La filigrana di cui sono tessuti i racconti parla dell’amarezza di essere donna in un mondo non fatto a misura propria, ma nello stesso tempo dell’irriducibile e orgoglioso coraggio, un coraggio che diventa gesto risolutivo fondato sull’inespugnabilità dell’essere femminile, che resta fedele a sé stesso. Sconfitto, a volte, ma mai perdente.
Quaderno proibito e Dalla parte di lei, di Alba De Cespedes
Si tratta dei libri più famosi e letti della scrittrice. Il primo, che nel mio romanzo viene citato da Melania a Romina, a proposito del quaderno che le ha regalato per aiutarla a fare ordine nei pensieri, è un diario che la protagonista scrive e si svela, nelle proprie emozioni e sensibilità. Per lei, casalinga dedita alla famiglia, si tratta di un gesto nuovo, di uno svelamento a se stessa, che le fa anche un po’ paura. E che alla fine abbandonerà. Dalla parte di lei, il romanzo che l’insegnante Amelia fa leggere ai suoi allievi di liceo, è la parabola di una rivolta di genere di una donna che scrive un memoriale dopo aver ucciso il marito, consapevole che nessuna giuria di uomini sarà capace di entrare nelle pieghe del suo animo e della sua esperienza per giudicarla. Quel gesto è stato un gesto di salvezza, anche se l’ha condannata secondo la giustizia degli uomini.